sabato 27 luglio 2013

Il concetto di famiglia - Jackson Pollock



Il concetto di famiglia per me è astratto.
Come i dipinti di Pollock, tipo, no?
C'è chi ne sminuisce la pittura, per me quest'amore è cominciato
 quando puntai il videoregistratore su retequattro, in piena notte, 
per registrare Pollock, il film di Ed Harris,
che era pure il protagonista.

Un uomo, anziché stare faccia a faccia con 
la tela, sul cavalletto, la stende per terra; anziché usare solo
le braccia, dipinge muovendosi con tutto il corpo, come se danzasse;
anziché poggiare il pennello contro la tela, 
lascia che il colore goccioli, a seconda dei suoi 
movimenti. E che colori. 
Per me è magico, rivoluzionario, come quando 
Monet dipingeva con le dita le ninfee o
il duomo di Rouen nelle varie ore del giorno,
per vedere com'era diversa la luce.
E poi, stando giorni e giorni sul pavimento, le sue opere diventavano
un memoriale - un ricettacolo - di tutto ciò che c'era nella stanza 
dove dipingeva, quindi cenere di sigarette, polvere...
Sto divagando.
E' che la famiglia non mi piace.
Meglio Pollock.




Per me famiglia sono al massimo due persone.
Cugini, zii, bisnonni, non sono più famiglia.
La famiglia, non è detto che viva a casa con te,
spesso a casa ci ritroviamo i peggiori stronzi.
A volte nemmeno tuo papà è famiglia.
Se pensa che tu non meriti niente,
che, in quanto figlio, devi dare è basta,
devi portare rispetto.
Così, per astratto.
Perché il suo pennello ha lasciato gocciolare
sperma incolore nel ventre di tua mamma.
Ma non basta eh, riconoscere ad un genitore l'autorevolezza
 è qualcosa che avviene col tempo, non
è dato giusto perché ha generato.

Per me la famiglia in cui credere è solo quella che vorrai
creare, col viso rivolto al futuro.
E ti fotte che pensi che non farai gli errori
dei tuoi stessi genitori;
ma se prendi atto del fatto che ne farai altri,
che anche tu lascerai ai tuoi figli dei complessi,
e che devi essere pronto a metterti continuamente
in discussione per parlarne con loro
va un po' meglio.

Per me famiglia, il più delle volte, sono stati gli amici.



18 commenti:

Rosalie ha detto...

Da donna con due amanti, uno femminile e uno maschile, non potrei essere più d'accordo con te riguardo all'astrattezza del concetto di famiglia.
Che spesso oggi viene usato per danneggiare, piuttosto che agevolare le persone a farsene una.
Bisou sexybility

Sexybility ha detto...

Assolutamente. Però, non ti fai mancare proprio niente eh?! Buongustaia ;)) un bacio a te!!!

Rosalie ha detto...

Una volta provate le ragazze non puoi più rinunciare, anche se i maschietti non perdono il posto d'onore. ^_-

Sexybility ha detto...

ehehehe, credo proprioc he tu abbia ragione! voglio dire, noi donne abbiamo oggettivamente un corpo più bello, ma l'uccello è sempre l'uccello.

Atrox78 ha detto...

... famiglia sono tutte (poche in realtà) quelle persone che anche se non le senti quasi mai e non li frequenti continuamente... ma quando sei con loro ti senti proprio a casa... in qualunque posto sei... anche fosse sotto a un ponte o su di untreno...

violazione ha detto...

amanti e famiglia producono un ossimoro!
a meno che, non si desideri produrre una nuova definizione di "famiglia"...

mah

ad ogni modo, la famiglia è quella a cui ci sentiamo di appartenere, ma non certo può edificarsi sulle emozioni che possono regalare gli amanti, che, per essere amanti, non dovrebbero ambire a produrre equilibrio o stabilità...

gli amanti, se annessi al nucleo familiare, perdono la loro specificità di "amanti"!

Rosalie ha detto...

E' ovvio che si parlava di una definizione di famiglia particolare, se no non si sarebbero inclusi gli amici. ^_^
Poi il termine "amante" usato con l'accezione originale(e non nel senso di relazione extraconiugale) sta a significare un soggetto che si ama, da cui si è riamati, e chissà che un giorno non ne nasca una famiglia.

violazione ha detto...

non esiste la "famiglia particolare", come non esistono altre accezioni di "amante", quando si parla di famiglia, se non quella a cui la parola è delegata fuori dal contesto familiare...
il linguaggio non può essere relativizzato a questo modo, quando si comunica!
e quando "nascerà" la famiglia, quell'amante non sarà più un amante...
forse, permettimi, sei ancora giovane, visto il disincanto con cui usi certi termini e le accezioni che desideri associare a certe definizioni, che, essendo definizioni, non possono avere accezioni se non in "positivo o negativo", in questo contesto...
comprendo quel che vuoi significare, ma da certi significanti è "presuntuoso" prescindere dalla loro radice con tale leggerezza, seppur giustificata dalla giovane età.
ti prego, non ti offendere, sto solo parlando, non ti sto sparando, e lo faccio con un sorriso sincero, per come parlarsi rimane un piacere; ma, ma le parole sono importanti...
;))

http://youtu.be/Vmx8ALaxFJU

Rosalie ha detto...

Dicevo che il concetto di famiglia che sexybility voleva esporre (credo) fosse un concetto personale. Non stava ricopiando la definizione di famiglia, stava esponendo quello che "per lei" è la famiglia. E così io. ^_^

Detto ciò, una precisazione, poi chiudo:
"Amante":
1) Innamorato: gli amanti che si tengono per mano in mezzo a quella festa d'azzurro e di verde (G. VERGA).
2) Chi è legato a un'altra persona da una relazione amorosa, spec. segreta o considerata illecita. 3 3) Chi è appassionato di qlco.: è un amante dei buoni vini; è un'amante della musica classica.

Dallo Zingarelli.
Sono giovane ma il vocabolario lo conosco. ^_-

violazione ha detto...

ero qui che giocavo come un giullare fra le parole di questo castello incantato di madame sexB...
so che conosci il vocabolario, ma, al momento, i tuoi amanti non sono famiglia...
fra ventanni, mi dirai, se i tuoi amanti rimarranno tali anche in un contesto familiare...

ma, comunque, ero qui a giocare con te, come con le parole di sexyB; con te, conoscendo (poco), per quel che ho letto dalle tue parole, conoscendo la tua natura dominante, ed anche un po' mistress...
ed allora, perchè non pungolarti?
è cos' bello giocare con le parole, e fare anche a botte con le parole; ma rimangono parole, e non colpi di pistola, ma è anche bello "spararsi" parole, per giocare come scavare, per non rimaner nell'effimera superficie, altrimenti, faremmo di queste parole un vuoto; sarebbe come girare a vuoto!

so bene cosa intendi, ma, come non provocare la tua natura dominante?
da maschio alpha, come potrei lasciarmi scappare quest'occasione?

al di là del sesso, non c'è gioco più estasiante di quello delle parole e dello "sconFRonto" dei pensieri...
non avrà gli stessi carnali riverberi, ma solletica la propria natura, come a sfiorare le libido coinvolte, gli istinti...
oltre la superficie, oltre quel che formalmente siamo "educati" a fare, è possibile, con le parole, scavare ad "estrarre" gli istinti...
e poiché mi piace giocare a viso aperto, senza indossare maschere, ammetto che mi stuzzicava l'idea di sfottere, giocando genuinamente, una femmina dominante...

ad ogni modo, sull'argomento, ci risentiamo fra 20 anni...
quando gli amanti saranno famiglia, e, di cuore, e non sto scherzando, ti auguro che possiate rimaner amanti nonostante gli equilibri (sacrifici e quotidianità) che esige l'equilibrio familiare; lì dove se ci lasciassimo andare alle sole emozioni, la vedo difficile edificare la "famiglia"...

vabbeh, dai, è solo la stupida opninione di un maschi alpha...

con un giocoso sorriso!

Atrox78 ha detto...

scusatemi se mi intrometto... e specifico che non mi piace filosofeggiare sulle parole... e che da buon toscano son' di vaffanculo facile...(ma mai con cattiveria ovvio)... @Viola... hai scritto famiglia e sacrificio accumonandoli.... no no la famiglia non è mai sacrificio... quando diventa sacrificio non è più famiglia mi spiace... e non son sognatore...

violazione ha detto...

se non "sacrifichi" parte del tuo ego, non puoi condividere un rapporto quotidiano...

dipende da cosa si sceglie, nel senso da quel che si crede possa essere più interessante ed appagante; se continuare ad appagare gli umori del proprio ego, o se condividersi "mettendo su" famiglia, ma, come ovvio che sia, non è possibile seguire solo e soltanto i propri umori...
amore è sacrificare, comunque, parte di se, non esiste due cuori ed una capanna, se non negli spot dei gelati...
c'è la vita di mezzo, la realtà quotidiana, gli scazzi di lavoro e non, o figli da crescere...
vogliamo definirle "scelte" e non "sacrifici"?
ok, mi va anche bene, ma era intrinseco, come in ogni scelta della vita, attuiamo un sacrificio...
escludiamo un qualcosa o un qualcuno...
ovvio!
per me...
;)

ma il "sacrificio", non è una situazione brutta, è una scelta!
comunque, vorrei vederle famiglie composte da persone che non "sacrificano" parte del loro ego, quanto durano!
infatti...
non mi sembra che scarseggino separazioni e divorzi; sarà, forse, perché non si sottintende nella "scelta" di vivere insieme, un sacrificio di parte del proprio ego?
o si crede possibile vivere da eterni amanti, quando c'è da crescere i figli, avere a che fare con la burocrazia, andare ai colloqui, lavorare, far quadrare i conti, pagare le bollette, portare la macchina dal meccanico, ed essere sempre sorridenti e disponibili col proprio partner...
mah...

violazione ha detto...

quando ho riconosciuto in mio padre un essere umano con i suo scazzi lavorativi, che tornava a casa con le palle girate, ho compreso che, a volte non dovevo certo aspettarmi "carinerie"; per quanto non ne abbia mai ricevute dai miei genitori...
ma riconoscere loro lo status di esseri umani, e non guardar loro solo come genitori, mi ha insegnato ad accettarli, per quanto non abbia mai ricevuto una carezza da loro, ma ho compreso quali potessero essere i loro "sacrifici" nel mantenere una famiglia unita, pur con le diversità caratteriali, nonostante i loro scazzi quotidiani, che non sempre erano generati dalle solo problematiche familiari...
non li ho mai visti scambiarsi un bacio, neanche sulla guancia, ma hanno scelto di portare a termine il loro compito!
certo, parlo di un'altra epoca, ma anche quello, è un modo di "amare"...
nessuno di noi, effettivamente, potrebbe metter bocca negli amori degli altri!
siam tutti così diversi, e per primo faccio ammenda, e mi condanno alla gogna mediatica...
;))

vabbeh, oggi, sto giullare....

Sexybility ha detto...

Io non posso che ritenermi soddisfatta di aver suscitato un confronto interessante, che dà molto a cui pensare e che è stato condotto argomentando e con rispetto. Evidentemente Rosalie sente che le due persone con cui condivide la sua sessualità e anche dei sentimenti sono un contesto in cui si sente in famiglia, per quanto 'strana' possa sembrare qyest'accezione. Sono pur sempre amanti, con uno dei quali forse sentirà di creare una famiglia. Ma, caro Atrox, cosa intendi? La famiglia di sacrifici ne richiede eccome... Sono d'accordo però con la tua idea di famiglia. Bello questo partire dall'etimoligia e dai significati delle parole, così si fa :)

Atrox78 ha detto...

@SEXY... OGGI TI IMPALLIAMO IL BLOG :p ... io parlo solo della mia esperienza personale... quando stavo con "El" dovevo rinunaciare ad essere me stesso molto spesso altro che... le cose son finite obbligatoriamente... adesso convivo e tra un pò ci sposeremo con "LL" e con lei da anni non sacrifichiamo nulla di noi... ci esaltiamo a vicenda... siamo "contigui" manteniamo i nostri spazi nonostante i 45 metri di casa... ma niente sacrifici... e abbiamo passato di tutto malattie e deliri di parenti ecc ecc... forse è solol'amore magico e probabilmente anche una vita sessuale appagante che non ti fanno vedere i sacrifici... ma io non li ho fatti...son sicuro...

Sexybility ha detto...

Tanto di cappello!! :D
Siete bellissimi direi!!
ma Atrox, io mi riferivo ai figli, per quanto una persona diventi la tua famiglia, è anche vero che prima o poi ti viene il desiderio di dare vita a quella vera, con un figlio. Lì un po' di sacrifici ci vorranno...perché i figli stravolgono la vita, vengono prima loro.
Per il resto, è splendido che essere felice con lei non ti richieda alcuno sforzo, libero di essere sempre te stesso. :)

Atrox78 ha detto...

@sexy ti rispondo in privato....

Anonimo ha detto...

Ogniuno ha la sua storia che gli ha preparato l'ambiente in cui cresce. Viene per forza plasmato da questa. Quindi il suo essere è conseguenza di questa.
Per il resto.... per la genitorialità non si prendono patenti... si cerca di essere se stessi e basta, e ci si dovrebbe sempre porre domande. Tante.
Bacio