Un mio amico sui quaranta si chiede il motivo
del suo cliché della donna siliconata.
Belle, porche, un tantino volgari e irrimediabilmente artefatte
sono le sue donne da anni a questa parte.
L'ultima è madre separata, come lui, padre separato.
Ha le sopracciglia tatuate un centimentro sopra quelle naturali,
che non esistono più, le labbra con un filo leggero di silicone e lipstick,
il naso rifatto, una curva alla francese,
le tette rifatte.
Ma perchè, cazzo?
Sarà almeno la terza donna con cui si mette che ha queste caratteristiche.
E non ci sarebbe niente di male, se non fosse che
il tizio in questione continua a dire che l'ideale sarebbe una donna
acqua e sapone come me.
"Il gioiellino", mi chiama.
Un sabato mattina mi ha detto:
"Non hai commentato la mia ultima fidanzata...
forse non lo hai fatto per discrezione".
E io gli ho detto che è carina ma artefatta, quindi lui mi ha
confermato la sua contraddizione di fondo.
"Ma perché, con una ragazza acqua e sapone cosa succederebbe?"
gli ho domandato.
E lui:
"Non mi va di cominciare il sabato mattina
con una seduta psicanalitica".
E riattacca.
Forse non gli va di ricordare che l'ultima volta che ne ha
sposata una poi ha divorziato.