giovedì 1 giugno 2017

La foia della distanza

 


Di solito si parla sempre delle storie a distanza
in termini negativi, lamentando l'assenza,
il vuoto e la malinconia che ne derivano.
E anch'io sono d'accordo.
Ma se dovessi provare a descriverne i lati positivi,
direi anzitutto dello spazio che ci è dato.
Lo spazio, la distanza, sono incredibilmente utili 
quando dobbiamo lavorare su noi stessi, 
smussare gli angoli dell'insicurezza e della paura; 
è molto difficile,
quindi si ha bisogno di spazio per non 
gettare addosso la fatica di questo lavoro
sulla persona che ci è accanto.

Direi poi della foia.

Sì, perché dopo una o due settimane senza sesso
hai così tante scimmiette sulla schiena
che ci potresti aprire un circo.

Allora la prima volta è una sveltina,
la foga cinge i corpi, si mescola 
agli umori, ai sospiri;
la foga però non esaurisce la foia
e dopo pochissimo si è di nuovo 
l'uno sull'altra
senza fretta,
l'orgasmo non è più una voragine
da cui si fatica a stare lontani,
è sempre vicino, solo che ci si gode meglio
il viaggio, ci si prende il tempo per cambiare
posizione, ci si dice adorabili porcherie
e si viene ancora più intensamente,
come se avessimo piccoli sensori
su ogni poro. Come se ne avessi a decine 
sui capezzoli.

Se non la puoi colmare,
puoi almeno provare a godertela, la distanza.



P.S. Quel disegno meraviglioso è di Petites Luxures.
Vivamente consigliato.