sabato 12 gennaio 2013

La verità del signor L.





Il signor L. così commentava il mio ultimo post:

Il signor L. suggerisce alla signorina Sexi 
di proseguire le sue esplorazioni, 
egli ritiene che l'identità stia nel corpo più che altrove.

Osservazione che io trovo vera quanto mai.
Per anni ho fatto parte di un blog sul sesso e più che guardare
immagini sporcaccesche si ragionava molto sulla sessualità,
ci si confrontava sui gusti e sulle ragioni dei proprio gusti.
E' stato così che ho scoperto moltissime cose di me,
da dove provengo. Certo, era una riflessione parziale,
ma ha completato un puzzle.
Un esempio?
Sapevo che non avrei potuto trovarmi a mio agio
a letto con qualcuno che volesse legarmi, limitare
i miei movimenti; le persone del forum, o meglio,
la loro curiosità, a tratti morbosa , mi ha aiutata a chiedermi il perché.
Era tutto strettamente legato alla mia infanzia,
- come sempre -
durante la quale una buona parte della mia famiglia mi ha fatto del male,
senza che potessi difendermi. Ero piccola, come avrei potuto?
Ma il risultato è che non mi fido di nessuno, dunque se mi
legassero a letto potrei impazzire, ferma all'idea che se
mi trovo a disagio non potrei difendermi, senza muovermi,
come se comunicare il disagio non servisse a niente.
Quindi, sì, caro Signor L., l'identità
sta nel corpo più che altrove.
Chiedersi il perché di certi nostri gusti sessuali...
può essere illuminante.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissima
ciò che sia il signor L che tu affermate è certamente vero. Tuttavia secondo me non nella accezione che tu spieghi in questo bel post.
E' chiaro che l'uomo (pardon...) le persone (senza specifica di genere) sono fatte di due materie: Corporeità e Socialità.
La corporeità è legata ai "bisogni", lo sfamarsi, il bisogno sessuale, il riposo, un certo grado di affettività. tutto il resto è frutto della "socialità", mia cara! Il tuo stesso esempio svela come la realtà sociale intorno a te abbia modificato, o meglio sviluppato un certo tipo di comportamento o "sentimento" determinando un aspetto caratteriale importante. Quindi non ha modificato l'aspetto corporale ma ne ha determinato una direzione di sviluppo! E tu lo hai scoperto ragionando sul tuo lato "sociale" che altro non è il nostro modificare la necessità corporea sotto la "forgiatura operata su noi dal nostro "ambiente sociale". Hai indagato sul tuo "se" più profondo, quindi, partendo dal tuo corpo e dai segnali che esso manda.

Posso dire che dovremmo farlo tutti?
Quello che spesso ce lo impedisce è il cosiddetto "soggetto sociale" che ci circonda. E a volte è la nostra codardìa di guardarci dentro.

Noi siamo più socialità che corporeità.

Sexybility ha detto...

è verissimo...dovremmo farlo tutti, ma guardarsi dentro è molto doloroso.
Un abbraccio, electric ;D

L. ha detto...

Il signor L. talvolta si pensa come un contenitore ove l'altro deposita quello che ha in meno o quello che ha in più. Egli non sa per quale ragione trattiene qualcosa e cede qualcos'altro, perché alcuni frammenti formano la sua identità e altri sono stati espulsi, sa però che la marea non smette mai di scorrere. Come si diceva, lo sente con il corpo.

Sexybility ha detto...

Grazie signor L., le sue sono riflessioni preziose.

Anonimo ha detto...

Quantomai vero. Guardarsi dentro è doloroso. Ci si accorge spesso di quanto noi stessi ci siamo legati senza che nessun'altro usasse nei nostri confronti alcun laccio. Perché i nodi, spesso, almeno alcuni, si scelgono e confortano.

Sexybility ha detto...

Caro anonimo, cito un film per rispondere: venga come se stesso e parleremo ancora

UnLupoinToscana ha detto...

vabbè dai in compenso potresti legare me (parzialmente, nella considerazione che i salami non trombano). Considerazione meramente speculativa, sia chiaro. La butto là eh. :D

Sexybility ha detto...

i salami non trombano, lol! :D

UnUomo.InCammino ha detto...

Hai iniziato a voler conscere l'eros e le sue zone poco battute (o diciamo meno battute) e sei finita per conoscere te stessa.

Per questo che l'eros è storicamente osteggiato dall'establishment. Se ti liberi poi chi ti può sfruttare?