lunedì 21 luglio 2014

La suora che licenziò l'insegnante lesbica





Perché lo Stato italiano sovvenziona le scuole
a indirizzo cattolico? Il Vaticano è sufficientemente ricco
per mantenere quelle in cui insegnano le suore.
Anche quella che ha licenziato un'insegnante 
per i suoi gusti sessuali, perché lesbica,
dopo anni di lavoro.
Le è stato offerto "un percorso riabilitativo",
come se fosse malata,
nonostante il fatto che papa Bergoglio abbia

Il "percorso riabilitativo" dovrebbe invece
essere prerogativa di chi si è imposto di non 
avere mai rapporti sessuali, 
e soprattutto di chi pensa che toccarsi sia peccato,
che il piacere sensuale sia peccato,
che sia una cosa sporca 
che macchi di colpe chi lo cerchi.

Cara Chiesa, privarsi del sesso è come tagliarsi una gamba.
L'uomo è stato creato con degli impulsi sessuali 
da cui nessuna tonaca ecclesiastica può 
mettere al riparo.

Non siete immuni dal desiderio sensuale ed è giusto 
e NORMALE che sia così.
L'anormalità è quella che andate sventolando
per il mondo, con le vostre vesti.

6 commenti:

dario ha detto...

Uhm... io sono totalmente d'accordo con te sul fatto che il sesso (etero o omosessuale) sia cosa che normale e che l'anormalita' sta nella repressione ingiustificata di questo istinto.

Penso che pero' sia un'opinione personale su cui lo Stato non dovrebbe mettere becco. La Chiesa, invece, essendo un'istituzione morale (che per altro si arroga il diritto di essere depositaria della Verita') ha proprio il compito di giudicare gli atteggiamenti morali delle persone. Fondamentalmente e' per questo che mi definisco non solo ateo, ma anche anti-cattolico.

Il punto, secondo me, e' che la sessualita' e' un fatto personale, che non riguarda quindi la societa' e il rapporto con gli altri. Posso essere d'accordo o meno con il fatto che l'insegnante di mio figlio sia omosessuale, ma questo non c'entra una beata fava con il fatto che sia un buon insegnante.

Poi, non capisco bene che cosa la Chiesa si ostini a condannare. L'omosessuale e' uno che ama le persone dello stesso sesso oppure uno che fa sesso con persone dello stesso sesso?
Come si puo' condannare moralmente una persona che ama qualcuno? La condanna morale puo' essere rivolta solo verso una scelta consapevole. E, diobono, a me non e' mai riuscito di decidere consapevolmente chi amare!

dario ha detto...

Nessuno mi ha mai chiesto se sono omosessuale.
Ma se me lo si chiedesse, risponderei di no solo per un fatto statistico. Non mi sono mai innamorato di un maschio, quindi empiricamente la risposta e' no. Pero' mi sono innamorato poche volte (una decina forse?) nella mia vita, quindi il campione statistico non consentirebbe una generalizzazione.
Per la verita' l'immagine che posso forzare di far l'amore con un uomo mi reprime. Chissa' se e' un condizionamento culturale?!?
Sta di fatto che anche l'immagine di far l'amore con la maggior parte delle donne che conosco mi reprime parecchio. Quindi neanche questo metodo pare decisivo per decidere se sono omosessuale o eterosessuale.

Se l'omosessualita' e' la predisposizione ad innamorarsi di una persona dello stesso sesso, be', mi pare di poter dire con franchezza che nessuno puo' aprioristicamente definirsi eterosessuale con relativa certezza.

E che volevo dire con cio'?

Boh!

Insight ha detto...

Ti basi su una notizia non confermata solo perchè ciò risponde a quello che pensi.
Ti voglio bene comunque.
Bacio.
:-)

Sexybility ha detto...

Sono d'accordo Dario.
Caro Insight, qual è la notizia non confermata? quella che riguarda il percorso terapeutico? Ammetto di non aver approfondito questo aspetto.

UnLupoinToscana ha detto...

Credo che anche i cattolici, o molti cattolici, siano consapevoli che esiste una presenza eccessiva del Vaticano e di una mentalità che in realtà spinge al più torbido maialume. Credo anche ci sia una relazione tra i cosiddetti atei devoti e la loro indomita difesa del bunga bunga. Pensateci bene. Certo mai essere troppo netti nel distinguere laici e cattolici, le variazioni su tema sono innumerevoli. Anzi in merito e in altra sede scriverò qualcosa proprio su Bergoglio e su quella frase che in realtà è tipica del pensiero gesuitico e di una particolare idea di laicità e di clericalismo. Non la intendo in senso negativo, sia chiaro. E' solo che da una parte e dall'altra ci sta sia stata interpretata male, o come cedimento di valori (anche da virgolettare se si ritiene sia il caso) o come una grandissima ipocrisia. Niente di tutto questo, secondo me. Ma bando al Vaticano e torniamo presto a qualche sana maialata!

dario ha detto...

Io credo che il "maialume" come dici tu, Lupo, abbia terreno fertile proprio in ambito cattolico, proprio perche' il maialume e' vietato.

E' un po' come la droga. Io ritengo che un sano cannone di buona erba ogni tanto faccia solo bene. L'abuso di droghe, specie se piu' pesanti, invece, bene non fa. Il fatto che la droga sia vietata non fa che acuire il desiderio di provarla. E una volta provata, una volta superata la linea di confine tra legale e illegale, tanto vale rimanere dall'altra parte. Ma sto divagando.

Se il sesso e' vietato, il desiderio del sesso si acuisce e assume forme perverse. Secondo me la violenza sulle donne e la pedofilia sono fenomeni alimentati proprio dalla castita' richiesta dalla Chiesa. Naturalmente non giustifico questi tipi di violenza, ma secondo me se il sesso si liberasse da condizionamenti restrittivi quegli attori di violenza se ne starebbero piu' tranquilli veicolando la loro maialosita' verso forme piu' rispettose delle altre persone.

Inoltre il concetto di perdono rincara la dose: dire che e' vietato fare questo e quello non fa che aumentare il desiderio proprio di fare questo e quello. Ammettere poi la scappatoia del perdono deresponsabilizza anticipatamente la colpa che si assumera' per averlo fatto.