Avevo un bel boudoir, e un vestito bianco di stoffa scadente. Lucida, ma sottile e finta. Aveva una rosa rossa appuntata da qualche parte. Stava appeso ad un manichino, gli stava bene quel vestito.
E io cercavo di non farlo sporcare da chi lo toccava di continuo. Volevo conservare lo strascico in una scatola, in attesa d'indossarlo, ma non ci riuscivo: c'era sempre qualcuno a tocchicciare.
E io ero sola.
Nessuno a truccarmi, nessuno a coccolarmi; nessun marito in vista e io acconciata e con la vestaglia di seta, ché era sera e mi dovevo sposare.
Il cagotto del matrimonio. E del rapporto importante. L'impegno. Che desidero, ma che spaventa una parte di me.
Quella che si ricorda che in famiglia ci abbiamo il matrimonio fallito atavico, come la cervicale e il nervo sciatico petulante.
Perché non importa chi tu voglia essere, devi prima sapere chi sono le persone che ti hanno generato. È da lì che provieni e non lo puoi ignorare. Questo vuol dire che non si possa cambiare, essere diversi? Certo. Basta volerlo.
Io, per esempio, non ho voluto figli a 20 anni. Erano generazioni che succedeva così, eh.
Ma le rivoluzioni sono affare impegnativo e doloroso.
3 commenti:
alla fine si vive bene anche senza matrimonio.
è la formula che non ha senso: promettere oggi che vivremo tutta la nostra vita con una persona...
oggi si, oggi mi piace...ma domani? Se mi innamoro di un'altra?
Naaa...meglio vivere il presente ;-)
Se e' sposo e non marito lo ami ogni giorno no per sempre.
FG
ecco...c'è scarsa fiducia nel matrimonio in giro e ci sarà una ragione.
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