Sexy come una meringa

Stamattina il mio ufficio è brulicante di donne e dolcetti.

Una di noi ha ricevuto una proposta di matrimonio.

Da un bel ragazzo africano.

Non farò battute sulla grandezza dei genitali suoi e del suo prestante popolo, non oggi.

Lei dovrebbe mollare tutto e trasferirsi, lui è ricco.

Forse potrebbe trovare lavoro nella città del suo futuro sposo.

Nel frattempo potrebbe mantenerla.

Chi più chi meno la incoraggia a prendere la proposta sul serio.

Io resto zitta, che è meglio.

Il mio scetticismo è a livelli stellari.
Mi immagino un attimo nei suoi panni.

Perché mai mi dovrei trasferire e buttare all'aria il futuro 

che sto faticosamente costruendo, qui dove tutto è precario?

Per farmi mantenere?

Non sono io, non fa per me.

E perché mai dovrebbe andar bene? Vedo bene intorno a me: l'amore esiste, un matrimonio può funzionare, ma chissà perché sono convinta che non succederà a me e mi dò la fottuta zappa sui piedi perché se il mio atteggiamento è questo andrà davvero così.

E' come una tara familiare. C'è chi soffre di cervicale perché i nonni ne soffrivano, c'è chi ha le vene varicose bene in vista come una vecchia zia e io c'ho il matrimonio fallito.

Mi butto un po' giù ancora per un quarto d'ora, poi scrollo le spalle e torno prepotentemente a pensare che io voglio una famiglia e che farò di tutto per costruirla nel modo migliore.