Il bicchiere di vino freddo dopo il lavoro,
che in inverno sorseggio mentre cucino,
con questo caldo lo trangugio come fosse acqua nel deserto.
Io e te,
per sopravvivere ai ritmi di questa città,
alla precarietà e alla follia,
ci rifugiamo nei nostri umori e nelle cavità:
abbracci, utero, baci con la lingua;
sperimentando nuovi modi per masturbarti,
ché a me piace più prenderlo in bocca o
tra le mani che stare ferma a farmela leccare,
ché poi lo voglio subito, non ho pazienza.
Ho la pazienza, però, di riempirmi palmi e dita di sapone
e percorrerlo, scivoloso, sollecitando i centri del tuo piacere;
impegno tutte e due le mani,
ché viene meglio raggiungere perineo e glande, testicoli e membro esuberante.
Evviva il sapone.