Rieccomi.
Rieccomi con l'idea che alcuni hanno di me.
Un ragazzo mi ha mandato delle poesie di una celebre poetessa contemporanea.
Sono poesie d'amore, di passione a tratti religiosa; è quello da cui
mi farei volentieri mordicchiare il collo, quello che mi tiene incollata al cellulare
fino alle quattro del mattino, per parlare di letteratura.
Poi c'è l'altro, un mio amico di vecchia data, che, come ho accennato
nel post precedente, mi ha regalato un vibratore.
Un libro sottile, bianco e un enorme vibratore nero.
Il primo lo sto divorando, mettendo piccole orecchie ai lati di molte pagine,
sull'altro mi sono arrampicata un'ora fa.
E' un fallo gigante, scuro, ha un odore stranissimo e io mi sono
sentita come Samantha, in quella puntata di Sex and the City
in cui si fa uno spinello prima di cercare di scoparsi uno con un uccello enorme.
Ero così eccitata...è arrivato da giorni ma non osavo spacchettarlo.
L'ho lavato, mi sono messa sotto le coperte e lo strusciato sul mio sesso.
Mmh...
Entrava a poco a poco, non sospettavo di avere una vagina
così avida.
E' stato bello, una volta tanto, avere a portata di mano un coso come quello
e non un dito sottile.
Ché infilartene due non è la stessa cosa.